Insiste infatti un importante e imprescindibile legame tra il passato e il presente, in particolare sull'impegno civico, la solidarietà e l'altruismo. Ora con un balzo di oltre ottant’anni catapultiamoci nell'attualità, al nostro presente. Oggi, infatti, una significativa percentuale di opinione pubblica quasi si vanta di essere contro l’accoglienza, la comprensione, la solidarietà, ne fa una bandiera anche politica. Interi partiti sono fondati su tali sentimenti rancorosi ed escludenti. Il sentimento che sta alla base di tutta questa situazione è senza dubbio l’egoismo, la chiusura in sé stessi. L’esatto opposto di ciò che mosse ragazzi e ragazze di quel tempo, accomunati da una ferrea volontà di battersi per tornare a una vita normale, di persone libere. Ma allora cosa possiamo fare per tornare a riscoprire valori così nobili che sembrano essersi dissolti? Le persone di buona volontà, le persone che vogliono dare un senso alla propria vita, le persone che con il loro comportamento vogliono proiettarsi in un futuro migliore devono essere più coerenti e più determinate nel fare quello che credono giusto. Non è certo facile, perché essere egoista è molto più comodo ed agevole, viene quasi spontaneo. L’egoismo, la difesa del sé, è insito nella natura umana e negli esseri viventi in generale. Basti pensare all’istinto di sopravvivenza. Essere altruisti, volere e fare il bene dell’altro è, invece, una conquista culturale e comportamentale che costa fatica. La differenza sta nel vuoto che lascia l’egoismo contrapposto alla piacevole sensazione di gratificazione e di serenità che dà una vita che abbia un senso, che abbia un fine alto a cui tendere. Bisogna, però, stare attenti a non cadere nella trappola dell’apparenza, ma scendere al fondo della sostanza. In questo può aiutare, e molto, il volontariato organizzato e strutturato. Non esistiamo solo noi sia chiaro, ma l’Associazione che qui oggi è ben rappresentata può essere una risposta, attraverso la Storia più recente abbiamo la possibilità di coniugare vicende realmente accadute e impegno civico. È facile lavarsi le mani e la coscienza facendo una telefonata “solidale” ad uno degli svariati numeri fissi proposti dai media. È altrettanto facile aderire alle raccolte fondi con cadenza mensile, tipo adotta un bambino a distanza, oppure finanzia la ricerca. Tutto il rispetto per queste attività importanti e benemerite, sempre necessarie. Ma a livello individuale non basta, non possiamo lavarci la coscienza con qualche euro, quasi si trattasse di una lavanderia a gettone. L’impegno personale deve essere quotidiano, costante e coinvolgente. Deve incidere su tutte le relazioni che individuano e caratterizzano una persona. Bisogna avere questo coraggio e questo coraggio lo dobbiamo promuovere e mettere in pratica tra la gente, sui posti di lavoro ed in tutte le occasioni di ritrovo in modo che l’altruismo e la solidarietà diventino valori condivisi ed entrino a far parte del bagaglio culturale acquisito da spendere, poi, per tutto l’arco della vita.